lunedì 28 marzo 2011

La Normalità


Tax era nervoso.
Davanti allo specchio, si tormentava continuamente un bullone sulla spalla.
Osservava il suo riflesso senza sapere perchè, con un misto di sorpresa e di paura, come se non sapesse come usare quel viso, come se in fondo, ci fosse davvero qualcosa di tremendamente sbagliato in lui, come se ce l'avesse ancora scritto in fronte l'eloquente "guasto".
Tornando a casa con i Genitori, aveva guardato con ingordigia il Mondo Ciccione, aveva cercato di assorbirne ogni particolare, ogni briciola, sentendosi incredibilmente fortunato di essere anche lui uno dei tanti, di essere lì con loro, di percorrere le stesse strade e di avere nei polmoni la stessa aria.
Ma poi, qualcosa era iniziato a cambiare, a non essere più così chiaro.
I suoi occhi improvvisamente avevano subito scosse di disgusto, ondate nauseabonde avevano iniziato a percorrergli lo stomaco, come per avvisarlo, come se il suo corpo capisse prima del suo cervello.
Tax non si spiegava quale parte del Mondo Ciccione che aveva visto, effettivamente non andasse, ma sentiva che qualcosa di strano e di sbagliato si celava sotto luci e lustrini della città, che quel perenne movimento di persone e automobili nascondeva un torbido, anomalo segreto.
Si guardava allo specchio, sperando di leggere da qualche parte una risposta, ma tutto rimaneva immutato.
Il Secondo Papà leggeva un giornale seduto in poltrona, davanti a lui il camino acceso sfogava la sua frustrazione tra fiamme e legno, il cane dormiva godendosi quel calore privato.
Tax raggiunse il Genitore, lo osservò qualche secondo in silenzio, poi si fece coraggio.
Papà, che cosa vuol dire essere normali?
Il Secondo Papà distolse gli occhi dal giornale e li concentrò sul bambino, con un sorriso sornione stampato sulla faccia paffuta.
Essere normali dici? Vuol dire essere come tutti gli altri.
Ed è una cosa buona, papà?
Certo Tax, è la cosa migliore che tu possa fare nella vita.
E chi ha una vita diversa, non è più normale?
Figliolo, cosa sono questi pensieri? Segui le regole e vedrai che non avrai alcun problema.
Le regole?
Massì, le regole. Ci sono stati uomini prima di noi che con il Tempo e l'Esperienza hanno dettato delle regole, un codice, chiamalo come vuoi.
E chi lo dice, che quelle regole siano giuste? Papà, ma se fossero loro i pazzi?
Tax, per carità! Chiudi gli occhi e ascolta...che cosa senti?
Il fuoco del camino.
E poi?
Silenzio, direi.
Vedi Tax? Il mondo gira senza rumore, vuol dire che tutto procede bene. Tesoro, non devi pensare di essere speciale, non devi pensare che il tuo pensiero valga più di quello degli altri. Noi siamo solo uomini, facciamo tutti le stesse cose, sogniamo le stesse cose, pensiamo le stesse cose. Mi hai chiesto che cosa vuol dire essere normali e io ti ho detto la verità: siamo normali finchè continuiamo a far girare questo mondo senza pesargli troppo addosso, senza schiacciarlo. E per evitare che questo avvenga, dobbiamo cercare di muoverci tutti insieme, di sincronizzare le nostre vite e non uscire dagli schemi tracciati per noi dalla Natura. Hai visto i Pazzi, figlio mio? Loro sono il vero pericolo, da loro dobbiamo guardarci bene! E se vorrai riconoscerli in futuro, se ti troverai nella situazione di non saper più in cosa credere, allora dovrai guardare da che parte vanno la maggior parte delle persone e dovrai seguirli. Ricorda Tax, la Maggiorparte ha sempre ragione.

Detto questo, il Secondo Papà scompigliò amorevolmente i capelli del figlio, come si conveniva per chiudere una conversazione impari con un bambino e tornò a concentrarsi sul giornale.
Tax rimase imbambolato davanti al fuoco, ripensando alle parole del padre.
Era stato soprattutto il discorso sui Pazzi ad affascinarlo. Non aveva capito bene che tipo di persone fossero, dove vivessero, se avessero il loro stesso aspetto, ma sicuramente erano personaggi assai pericolosi, probabilmente orribili, persone che chissà per quale assurdo motivo avevano abbandonato la sicurezza di un camino acceso e di un papà che legge il giornale, per incamminarsi lungo una strada sbagliata e buia, che non portava da nessuna parte.
Tax sentì che i dubbi di tutta la giornata lentamente gli scivolavano addosso, lentamente diventavano più caldi, fino a sciogliersi.
Lui faceva parte dei Normali, lui era assolutamente normale, era identico a tutti gli altri bambini, non doveva preoccuparsi di niente.
Probabilmente, il Mondo Ciccione che aveva visto mentre tornava a casa, gli era sembrato strano perchè nuovo, e come tutte le novità lo aveva spaventato.
Sì, era sicuramente così, senza dubbio.
Tax tornò a sorridere, di nuovo contento di essere nato, di nuovo grato per i Genitori che lo avevano preso dolcemente sotto la loro ala protettiva.

Mentre usciva dal salotto, con la coda dell'occhio vide il cane che lo guardava in modo strano. Sul suo muso sembrava proprio esserci un'espressione irrisoria, strafottente, un mezzo sorriso di pietà che quasi voleva dargli dell'illuso, del poveretto.
Tax andò in giardino e non appena si fermò, sentì le unghie del cane ticchettare sulle mattonelle del salotto, verso di lui.
Tutto normale, tutto normale.
Eppure, questo normale non era del tutto chiaro.



- Come sempre, le trasmissioni riprenderanno il prima possibile -

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